giovedì, agosto 23, 2007

Libido e Shakti


Con riferimento al mio ultimo post rilevo la possibilità di un ulteriore e sorprendente "gioco" cabalistico. La parola sanscrita Shakti descrive piuttosto bene il concetto di Libido come energia universale indifferenziata, in grado di assumere molte forme. La Shakti è sia questo tipo di forza vitale, sia la compagna del Dio Shiva - la sua "energia materiale". Notiamo subito, da cabalisti, la curiosa assonanza fra il termine indiano Shakti e quello ebraico Shekinah - che pure allude all'energia divina, alla misteriosa presenza di Dio nella creazione. Abbiamo già analizzato come il valore di Shekinah, utilizzando un sistema gematrico di associazione fra lettere ebraiche e numeri, sia 51. Ebbene, utilizzando la stessa metodologia con l'alfabeto sanscrito, abbiamo che Shakti (Sh+a+k+t+i = 30+1+1+16+3) incredibilmente corrisponde allo stesso valore numerico di 51!

giovedì, giugno 28, 2007

Libido.







Come Freud insegna, la libido è elemento essenziale della psiche. E' energia psichica indifferenziata, che può prendere diverse forme. Freud talvolta la identifica con il desiderio o l'istinto sessuale, ma non sempre. Jung pensa che la libido prenda tanti aspetti quanti sono gli impulsi e i desideri. Sì, perché dal latino "libère", "libido" significa proprio desiderio ed è connessa con il piacere. In alcune lingue occidentali si lega etimologicamente anche all'amore, come per il tedesco "lieben". In greco è "liptein", appetire, desiderare; in Sanscrito è "lubhyati", ancora "desiderare". Sembra ci sia anche un legame con "libero", che ha la stessa radice "lib-", "lub-", con il senso che chi è libero può fare quanto gli piace. Nella Cabala c'è un concetto che può avere un rapporto con la libido, ed è quello di Shekinah - la Presenza Divina. Questa è una sorta di forza, di energia divina esiliata in questo mondo, e qualche autore la equipara alla Kundalini indiana, l'energia del serpente simbolico che dorme alla base della spina dorsale. Allo stesso modo la Shekinah è nascosta e velata nel Malkuth, la dimensione "terrena", materializzata dell'esistenza. Può essere risvegliata, e può manifestarsi risalendo l'Albero della Vita cabalistico e ripristinando la comunicazione fra Cielo e Terra, così come la Kundalini risale la spina dorsale dello Yogi e risveglia la Coscienza. Per Freud, ad un livello psico-fisiologico, la libido è una forza potente che muove la vita e, sublimata, può produrre ogni genere di realizzazione psichica umana, anche le più alte. Tuttavia abbiamo già fatto l'ipotesi che, sia pure inconsciamente (!), Freud recuperasse antiche idee appartenenti alla cultura ebraica, al suo DNA spirituale - se così si può dire, per riproporle in termini medici, scientifici e analitici. Un'altra particolarità: utilizzando il sistema mistico-cabalistico della Gematria che consiste nel dare valore numerico alle lettere dell'alfabeto, e in particolare il metodo Thesis in cui la numerazione delle lettere è progressiva e secondo l'ordine naturale, la parola "libido" ha valore numerico di 51. Utilizzando le lettere ebraiche per la parola Shekinah, in particolare per le lettere radicali sh-k-n-h, il valore è ancora 51! Ciò sottolineerebbe l'intrinseca identità dei due concetti. Inoltre 5 + 1 = 6, numero in relazione con l'unione degli opposti (i due triangoli del sigillo salomonico) e con la sessualità. Magia della Cabala!

martedì, gennaio 30, 2007

Un grande cabalista.




Più ci penso e più me ne convinco: Freud è stato l'ultimo grande cabalista conosciuto, il più recente e originale maestro della tradizione ebraica - come Abulafia, come Luria, come Nachmanide - colui che è stato capace di tradurre la cabala in linguaggio e concezioni moderne, scientiste, senza mai veramente deformarla o tradirla. Assurdo? Troppo azzardato? Si, può darsi. Però è un'idea intrigante, almeno per me, e non è del tutto peregrina: analisi dei sogni, dei lapsus - quindi delle parole, dei numeri, delle lettere... non è questa la forma mentis tipica dell'ebreo cabalista? Forse non è cabala perché l'obiettivo dichiarato è la psicanalisi, e non il classico "tikkun", la reintegrazione, l'unione con Dio? Però il risultato della terapia psicanalitica è comunque una sorta di integrazione, di restaurazione di una unità principiale, di un senso di completezza analogo - per quanto possibile - alla integrazione fra realtà (il mondo assiahnico della cabala) e interiorità, cioè l'esperienza primaria dell'unione con il corpo della madre, all'inteno dell'utero (mondo archetipale, atziluthico). E la presunta o reale "monomania" con la quale Freud faceva della Teoria della Sessualità la sua unica e principale bandiera, il suo assunto di base, non è forse una sorta di "monoteismo"? Già Jung, profondamente ariano, ha una concezione psicologica molto più articolata e cangiante - oserei dire politeista, dove il Pleroma, l'Unità, risulta dalle infinite differenziazioni e non da una granitica mono-tematicità: e forse proprio qui sta la maggiore diversità fra i due geni della psicologia. Non dico che Freud fosse un cabalista intenzionale, anche se fu sempre molto vicino alle Logge Ebraiche: sarebbe davvero pretendere troppo. Però lo fu nella sostanza, probabilmente suo malgrado, proprio perché profondamente - direi "geneticamente", ebreo. E' per questo che credo sia molto interessante cercare di trovare nelle teorie freudiane i concetti cabalistici da cui potrebbero originare o con i quali potrebbero avere una relazione.